Il copywriter. Che cos’è.

Il copywriter, che cos'è.IL COPYWRITER SPIEGATO AI GENITORI DELLO STESSO

Copywriter n.m.f. [pl. –s] (fam. redactores creativi et iucundi)

All’esclamazione “Voglio fare il copy!” il genitore medio, che non ha altri casi di copywriter nell’albero genealogico e ignora anche il significato di questa parola, generalmente non è preparato al fatidico annuncio del suo pargolo. Egli sognava per il figlio una carriera di medico, avvocato, ingegnere, dentista. Alla peggio insegnante o impiegato previo superamento concorso nella pubblica amministrazione. Il povero padre e la sfortunata madre erano totalmente all’oscuro che il figlioletto adorato coltivasse cotanto sogno. Ma poi il copy… Cosa fa il copy? Il suo lavoro gli darà da mangiare? Potrà pagare il mutuo della casa? Potrà avere figli? Che cos’è un copy?

Il copy, abbreviazione di copywriter, è una specie animale abbastanza diffusa in Italia. Se ne trovano grandi concentrazioni soprattutto in centro città a Milano e a Roma, ma in generale sono sparsi un po’ ovunque su tutto il territorio nazionale. Chiariamo subito un concetto fondamentale: copy si nasce. Se qualcuno “diventa” copy sta mentendo a sé stesso, in realtà probabilmente doveva fare l’idraulico (e gli sarebbe andata meglio). Un copy in genere nasce da esseri umani sani e apparentemente normali che, per molti anni, ignorano di aver dato alla luce la particolare creatura. I copywriter sono dunque una razza a parte. Per molti aspetti, essi sono effettivamente assimilabili alla specie umana, difatti la loro alimentazione è molto simile e si adattano più o meno a qualsiasi clima.

Il copy trova il suo habitat naturale in un’agenzia di pubblicità, dove viene pagato per scrivere testi pubblicitari, ovvero quelli che una volta venivano chiamati “slogan” (ma non solo), la cui funzione è convincere più gente possibile che ha assolutamente bisogno di tal prodotto o servizio. È quindi un autore di testi. Ma non è uno scrittore, perché gli scrittori scrivono romanzi. Non è nemmeno un giornalista, perché i giornalisti scrivono lunghi articoli approfondendo gli aspetti della notizia. Il copy è l’esatto opposto. È il re della sintesi. È molto abile a comunicare in una sola frase (headline), possibilmente corta, quell’aspetto unico e imperdibile di un qualsivoglia prodotto.

Fare il copywriter è un mestiere apparentemente facile: ti pagano per scrivere poco e fai un lavoro “figo”. In realtà il copy medio più che scrivere pensa, pensa parecchio, pensa sempre. Soffre talvolta di ansia da prestazione e non è detto che venga poi pagato così tanto. Sì, la leggenda narra di copywriter che guadagnano centinaia di migliaia di euro, hanno una vita ricca e avventurosa e vivono in meravigliosi attici al centro di Milano. Quando non sono nella villa a Portofino o nel lussuoso appartamento di New York. Gli esemplari giovani di questa specie sognano per lo più di fare questo lavoro come se equivalesse a diventare una rockstar internazionale o comunque un personaggio importante a livello planetario. Ma la verità è che, come per qualsiasi lavoro, c’è chi riesce a emergere e chi no. Per uno Sean Connery o un Renzo Piano, ci sono 200 attori e 300 architetti che fanno il loro mestiere senza apparire sulle copertine dei giornali, e, cosa più importante, ci campano.

È di questo che dovreste andare fieri, cari genitori italiani. Vostro figlio sarà una di quelle persone, e non sono tantissime, ad avere la fortuna di fare il lavoro che gli piace. E non è poco. Abbiamo addirittura sentito parlare di casi in cui dei copy, rimasti per tutta la vita ignari della loro vera natura, hanno finito col fare i ricchi possidenti di grandi catene di alberghi, gli armatori o i petrolieri. Volete che vostro figlio faccia questa brutta fine?

Daniela Montieri

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
Questo articolo è stato pubblicato in Daniela Montieri, Vita quotidiana e contrassegnato come , , da Daniela Montieri . Aggiungi il permalink ai segnalibri.
Author Image

Informazioni su Daniela Montieri

Lavoro da Roma per clienti e agenzie che sono ovunque fuorché a Roma, il che è comodissimo, soprattutto per Trenitalia. Mi esprimo “in modo strano”, almeno a detta di amici, cosa che però è un vantaggio sul lavoro. Adoro scrivere testi comici, cosa che invece non sempre è un vantaggio sul lavoro. Ho lavorato e lavoro per Expedia, UPS, Lavazza, Q8 Italia, Marcopolo Expert, Banca Popolare di Bari, Alpitour, ING Group, Technogym, Johnson&Johnson, sforzandomi di rimanere seria. Sono la moglie di un mago e mamma felice di due blog e un bellissimo bimbo.

8 pensieri su “Il copywriter. Che cos’è.

  1. Ciao Daniela, grazie per questo scritto.
    “In realtà il copy medio più che scrivere pensa, pensa parecchio, pensa sempre”. Che condanna, ma che delizioso supplizio. 🙂

    Una copy dannata, con e senza apostrofo.

    Valentina Gramazio

  2. Quando 25 anni fa dissi a mio padre che volevo fare il copy, pianse (e non di commozione).
    Oggi alla veneranda età di 46 anni continuo a farlo, non mi sono arricchito, mi sono divertito un mondo, talvolta ho sofferto ma anche gioito.
    Mio padre, quando ci incontriamo, ancora non riesce a trattenere le lacrime.

    Complimenti, un bellissimo post.

  3. Aggiungerei anche una menzione per tutti quelli che, all’affermazione “faccio il copywriter”, ti dicono “aaaah, ho capito… c’entra con il copyright!”
    Proprio noi che in un certo senso i diritti d’autore non sappiamo neanche dove stanno di casa!!

  4. Pingback: Il copywriter. Che cos’è. | Idee in transito | Scoop.it

  5. Pingback: Il copywriter. Che cos’è. « ideeintransito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *