La genesi di un’agenzia.

In principio il Direttore Creativo affittò un open space di 100 mq con cucinotto e servizi. La nascente agenzia era ancora informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’ingresso già dopo le 11 del mattino. E il Direttore Creativo disse “Sia la luce che l’acqua e il gas mancano. E devo pure fare il contratto del telefono!” E luce, acqua, gas e telefono furono. Il Direttore Creativo vide che era cosa buona e separò il telefono da fax e ADSL, e attaccò la segreteria prima delle 9 e dopo le 18. E fu sera e fu mattina: primo giorno, ma anche il secondo, terzo e quarto perché pure il Direttore Creativo non può nulla contro Enel e tecnici vari. Avrebbe voluto anche mettere la fibra ottica, ma non se ne parlava fino al mese dopo.
Dicevamo… e il Direttore Creativo disse: “La posta elettronica brulichi di nuovi clienti e i contratti volino sopra la scrivania come gli uccelli davanti al firmamento del cielo.” Il Direttore Creativo attivò subito tutti i suoi contatti e così i clienti guizzarono e brulicarono nella sua rubrica, secondo la loro categoria merceologica. Il Direttore Creativo li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le tasche (mie) di denari.” E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
E il Direttore Creativo disse: “L’agenzia produca campagne ed eventi secondo la loro specie: stampa, affissione, tv, btl…”. Per fare questo il Direttore Creativo popolò l’agenzia di personale, grafici, amministrativi, tecnici, secondo la loro mansione, e vide che era cosa buona. E il Direttore Creativo, spulciando tra i curriculum disse: “Cerchiamo un copywriter a nostra immagine coordinata e a nostra somiglianza, che faccia il naming di tutto e domini tutti i concept, i titoli, le bodycopy, i pubbliredazionali, le presentazioni, insomma, che si smazzi tutto lui.” E il Direttore Creativo assunse il primo copywriter e gli diede il brief. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento tutti i reparti dell’agenzia, e allora il Direttore Creativo terminò il lavoro che aveva fatto e consacrò il settimo giorno come (suo) giorno di riposo. Il copy intanto era stato collocato nell’agenzia divenuta perfetta. Gli fornì ogni sorta di accessori graditi ai copy: penne, matite, blocchi, agenda, MacBook Pro, iPhone, iPad, dizionari vari, distributore di bibite e macchinetta del caffè. E gli consegnò le chiavi dell’agenzia perché la rendesse prolifica e la custodisse.
E il Direttore Creativo disse: “Non è bene che il copy sia solo, gli voglio dare un aiuto che gli sia simile.” E così il Direttore Creativo gli tolse l’iPad e lo diede alla nuova stagista. E il Direttore Creativo disse: “Insieme potrete lavorare su tutti i clienti e usare le risorse dell’agenzia come meglio credete. Una sola cosa: non toccate per nessun motivo il mio Apple. Poi potete fare quello che volete.” E se ne andò.
L’account era tra i personaggi più astuti di tutta l’agenzia. Egli prese in disparte la stagista e disse: “È vero che il Direttore Creativo ha detto che non possiamo toccare il suo computer?”. La stagista rispose all’account: “Possiamo usare tutte le risorse dell’agenzia, fare telefonate intercontinentali e mangiare e bere tutto quello che vogliamo, ma il Direttore Creativo ha detto: Non dovete toccare il mio Apple, altrimenti morirete.”
Ma l’account disse alla stagista: “Non morirete affatto! Anzi, sul computer del Direttore Creativo sono custoditi clienti su piazza, contatti importanti, segreti carpiti alla concorrenza tramite maneggi vari di spionaggio industriale perché lui tutto vede e tutto può, senza contare tutte le password dei suoi conti correnti. Accendete quel computer e sarete onnipotenti.” Allora la stagista cominciò a guardare l’Apple del Direttore Creativo, lo accese e poi chiamò il copy, e anche lui lo guardò. Allora si aprirono gli occhi a tutti e due e si accorsero di essere vergognosamente sottopagati. Incrociarono quindi le braccia e smisero di lavorare.
In quella udirono il Direttore Creativo che tornava da una passeggiata nel giardino alla brezza del giorno, lui. Il copy lo attendeva al varco a braccia conserte e gli disse “E così mi dai una miseria.” E il Direttore Creativo: “Chi ti ha fatto sapere che ti do una miseria? Hai forse acceso il mio Apple che ti avevo detto di non accendere?!” Rispose il copy: “La stagista che tu mi hai posta accanto mi ha dato la password e io ho sbirciato.” Il Direttore Creativo disse allora alla stagista: “Che hai fatto?!?!” Rispose la stagista: “L’account mi ha ingannata e io ho guardato!”
Allora il Direttore Creativo disse all’account: “Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutti i dipendenti, i grafici, gli amministrativi e tutto il personale in generale. Di te si parlerà sempre male, in faccia, alle spalle, nelle voci di corridoio e nei blog per tutti i giorni della tua carriera. Io porrò inimicizia tra te e i creativi, tra la tua stirpe e la loro, per l’eternità.”
Alla stagista disse: “Moltiplicherò i tuoi dolori, gli stage non retribuiti, i co.co.pro. senza possibilità di assunzione indeterminata. Vagherai nei call center anche dopo la laurea con lode in qualsiasi materia senza nessuna prospettiva di carriera.”
Infine al copywriter disse: “Condanno la tua stirpe a lavorare col sudore della fronte, per produrre testi che non avranno mai alcuna dignità letteraria, che avranno puri fini commerciali e promozionali, corretti male da clienti arroganti e ignoranti. E sarai tu posto per sempre sul gradino più basso della scala di tutti gli autori, e il tuo nome non sarà mai dimenticato poiché esso non sarà mai noto.”
E li cacciò dall’agenzia, senza liquidazione, perché lavorassero in tutte le altre agenzie fuorché nella sua. Ed è questa l’origine storica dell’eterna ostilità tra account e creativi.
Daniela Montieri
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